Normalmente economisti, governi e Banche Centrali utilizzano degli indicatori economici specifici per analizzare l’andamento dell’economia e verificare se si possano verificare eventuali situazioni di recessione, quali il PIL, l’inflazione, la produzione industriale, il tasso di disoccupazione e molti altri.
Ma esistono anche indicatori economici meno conosciuti e piuttosto curiosi che possono anche essere anticipatori di una crisi economica. Oltre al forse più noto Lipstick Index (Caveau n. 5), anche le zanzare, che spesso funestano con la loro presenza le sere estive, hanno un ruolo nel segnalare l’andamento dell’economia nei paesi sviluppati. L’aumento del numero delle punture di questi fastidiosi insetti, infatti, può essere segnale di un mercato immobiliare in stagnazione. Ciò, in quanto un incremento del numero di case abbandonate e mal tenute determina spesso anche una proliferazione delle popolazioni di zanzare, che trovano il loro habitat ideale in giardini mal tenuti, prati incolti e pozze d’acqua stagnante.
Ma questo non è il solo indice peculiare che può fornire qualche indicazione utile a tastare il polso dell’economia e del suo andamento. Il più macabro è certamente quello dei cadaveri non reclamati. Soprattutto negli Usa infatti, nei periodi di recessione come quella che si verificò nel 2009, a seguito dello scoppio della bolla dei mutui subprime, quando i licenziamenti erano alle stelle, città statunitensi come Detroit e Los Angeles registrarono un picco del numero di salme non reclamate. In sostanza, per risparmiare sulle spese funerarie, che talvolta sono molto elevate, i familiari scelgono di non reclamare i cadaveri.
Altri fattori che apparentemente non sono direttamente collegati alla crisi economica, come l’acquisto di specifici capi di abbigliamento, sono considerati utili anche da alcuni grandi economisti a fotografare la situazione di un Paese. E’ il caso del Men’s Underwear Index (MUI), che è l’indice dell’intimo maschile. In sostanza, se l’economia di uno stato va male, gli uomini tendono a rinviare l’acquisto di nuova biancheria intima, molto più che di un capo di abbigliamento visibile. Per la maggior parte delle persone una camicia lisa o un maglione bucato non sono l’ideale per mantenere la propria immagine con amici e colleghi di lavoro, mentre non è un problema utilizzare un paio di slip scoloriti per qualche mese in più (si spera almeno puliti). Tra l’altro, fra i sostenitori di questo indice c’è nientemeno che Alan Greenspan, Presidente della Federal Reserve dal 1987 al 2006.
Per non parlare di un indicatore a cui, non molto tempo fa, ha dato spazio anche The Guardian, cioè quello degli incassi degli strip club. Una forte contrazione delle presenze in questi ultimi, una diminuzione delle mance lasciate e un calo delle persone con un reddito elevato che vi entrano, possono essere un chiaro segnale dell’approssimarsi della recessione. Insomma una sorta di spending review che colpisce anche ambiti inaspettati, forse costringendo taluni a cercare consolazione e svago con minore spesa?! Ironia a parte, si può considerare che l’economia non è solo fredda scienza dei numeri e trae spunto anche dalla sociologia, per le analisi dell’andamento globale dei mercati e delle eventuali crisi.
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Federica Coscia, Paolo Gambaro