Mentre si concludono le operazioni di recupero delle bare e delle salme in seguito ai crolli nel Cimitero di Poggioreale a Napoli, gli italiani, probabilmente anche per non affrontare simili disgraziati eventi, ripiegano sulla cremazione dei defunti.
Negli ultimi anni, anche al di là delle occorrenze legate alla pandemia, si è assistito ad un vero e proprio incremento esponenziale delle cremazioni. Ciò anche per evitare gli ingenti costi legati alla gestione cimiteriale del defunto.
Quindi, in molti casi, le persone hanno preferito optare per una custodia domiciliare dell’urna con le ceneri del caro estinto o per una dispersione delle medesime in ambiente naturale, laddove consentito e possibile.
Il business funerario, oltre ad avere avuto purtroppo un grande incremento nel periodo pandemico, è rimasto un settore che conserva importanti risultati persino in questa fase. Ne è testimonianza anche il successo avuto dal Memoria Expo 2022, tenutosi a settembre scorso a Brescia, un grande evento con molti operatori del settore, in cui si svelano le tendenze funerarie del Made in Italy. Si sono potuti osservare carri funebri stile Hammer, imbottiture di bare e veli dal taglio sartoriale, urne dalle forme più svariate, come quella di pallone da calcio e molto… colore. Il pur sempre austero nero sepolcrale e il drappo funebre viola non sono più in linea con le esigenze del nostro tempo digitale, in cui anche la vita eterna è garantita in qualche modo dalla sopravvivenza dei profili social alla morte delle persone.
Ma le attività legate all’universo della morte, non si limitano alle persone. Sempre più spesso riguardano gli animali domestici, tanto che l’uso della cremazione e della conservazione delle ceneri del proprio animale domestico va via via diffondendosi anche in Italia. La Lombardia, non più tardi del 18 ottobre scorso ha approvato un decreto che regola la realizzazione, localizzazione e gestione dei cimiteri per animali domestici. La legge tutela il luogo in cui i cimiteri verranno realizzati, la loro gestione – incluse le condizioni igienico-sanitarie e gli aspetti ambientali -, il trasporto delle spoglie degli animali e il loro seppellimento. Sarà possibile deporre la carcassa o le urne cinerarie e saranno realizzati dei crematori all’esterno degli stessi cimiteri.
Peraltro pare che quanto ruota attorno alla sepoltura dei nostri amici domestici, siano essi cani, gatti, criceti, pappagalli e molti altri sia un business dai costi niente affatto contenuti. Ciò che è emerso, e che è stato denunciato già più di un anno fa anche dall’associazione Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), è che, ad esempio, nel cimitero più grande di Milano, ‘Il Fido Custode’, per quanto riguarda la semplice inumazione si parla di cifre che vanno da un minimo di 250 ad un massimo di 800 euro, e costi compresi tra i 100 e gli 800 euro per la cremazione. E Aidaa ha parlato anche di spese maggiori, calcolando in generale, una media complessiva di 100 milioni annui in Italia.
Crediti: Photo Gábor Bejó-Pixabay
Federica Coscia, Paolo Gambaro