Il settore risicolo, così importante in varie zone d’Italia, specialmente a cavallo tra Piemonte e Lombardia, rischia di essere fortemente danneggiato negli ultimi tempi. E non certo per il conflitto in Ucraina, che è invece considerata il “granaio d’Europa”. Le cause si devono trovare piuttosto negli aumenti generalizzati anche precedenti alla guerra, delle materie prime quali gas, energia, petrolio, che hanno avuto luogo già prima dello scoppio del conflitto in questione.
Ma ciò che veramente incide in maniera importante sulla produzione del riso è soprattutto la grave siccità che ha colpito il nostro Paese nell’ultimo inverno e che, a parte brevissime interruzioni, continua anche in queste ultime settimane.
Naturalmente una tale situazione climatica ha un’incidenza notevole sul settore agricolo nel suo insieme, in maniera particolare sulla produzione di mais e riso. Molte sono le difficoltà che gli agricoltori devono fronteggiare per la mancanza di acqua, che spesso compromette l’intero sviluppo della coltivazione e della successiva produzione. Si calcola che nei primi quattro mesi del 2022 si sono accumulati 109 millimetri di precipitazioni, il 56% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, come gli esperti del settore rilevano. Il livello del Po al ponte della Becca è sceso a -2,7 metri rispetto allo zero idrometrico. Il più grande fiume italiano è irriconoscibile, essendo diventato una grande distesa di sabbia nel punto in cui prima era il letto del fiume. E non è il solo fiume ad essere in queste condizioni.
Questo ha già determinato una diminuzione delle semine per l’anno in corso e un aumento del prezzo del riso allo scaffale, nonostante gli sforzi compiuti dall’industria risiera italiana, principale player con una quota pari al 40% dell’intero mercato europeo, per contenere le ricadute sui consumatori.
Tutto ciò, ancora una volta, testimonia l’importanza dei cambiamenti climatici nelle nostre vite e sottolinea la necessità di investimenti sostenibili per evitare sprechi di acqua e favorire lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, in un’ottica di crescita futura e di rinnovamento degli strumenti disponibili.
Per farlo, anche in periodi di mercato difficili come quello attuale, le possibilità offerte da molti fondi di investimento aprono spazi di sviluppo futuro in linea con le esigenze di salvaguardia delle nuove generazioni e del futuro del nostro pianeta, nonché delle risorse disponibili. Sempre tenendo conto della propria propensione al rischio e tramite il proprio consulente di fiducia, alcuni esempi si possono trovare in BGF Nutrition Fund Class E2 EUR, Pictet Nutrition R e molti altri ancora, visto che la scelta tende sempre più ad ampliarsi col passare del tempo.
Crediti: Photo siva nagarjuna reddy pothireddy – Pixabay
Federica Coscia, Paolo Gambaro