Dopo la Brexit, la Gran Bretagna ha puntato ad ambiziosi obiettivi di produzione elettrica da fonti rinnovabili. Il punto di arrivo, annunciato già da tempo dal premier Boris Johnson è quello di portare l’eolico in ogni abitazione entro il 2030.
E i risultati cominciano ad arrivare, a pochi mesi di distanza dalla fissazione di queste mete. Lo scorso dicembre 2020, infatti, si è registrato un picco del 40% di elettricità fornita al Paese prodotta dalle turbine eoliche che hanno potuto avvantaggiarsi del clima avverso e molto ventoso. Le turbine hanno così generato 17,3 Gw, secondo i dati del servizio elettrico nazionale, mentre, al contrario, l’energia elettrica prodotta dagli impianti a carbone e gas non ha coperto neanche un quinto dell’elettricità totale.
Sono previsti una serie di massicci investimenti in questo campo specialmente in favore delle imprese che producono energia eolica fuori dalla costa britannica. Si punta tutto sulla costruzione di immensi parchi eolici offshore, che sono mega-strutture posizionate sui fondali marini e dotate delle più moderne innovazioni tecniche per sfruttare la forza del vento che si produce in alto mare, dove raggiunge – grazie all’assenza di barriere – una velocità più elevata e costante rispetto a quella terrestre. Questi parchi naturalmente presentano numerosi vantaggi, tra i quali l’ottimale sfruttamento del vento e la riduzione dell’impatto ambientale e acustico degli impianti, anche se i costi di realizzazione e manutenzione restano più elevati rispetto a quelli terrestri.
Altra problematica da tenere in considerazione è quella dei cambiamenti climatici in corso: proprio nell’estate del 2021 si è registrato un calo dei venti del Mare del Nord, con un abbassamento della produzione a solo il 7% del mix energetico del Regno Unito e conseguenze anche dal punto di vista della crisi energetica che successivamente si è verificata.
Ma nonostante tutto, gli investimenti sull’eolico hanno continuato a suscitare interesse: nel 2021 è stato annunciato l’accordo fra Shell e Amazon per la fornitura di elettricità 100% pulita grazie ad un mega parco eolico marino in costruzione in Olanda. L’impianto, battezzato Hollandse Kust Noord, avrà una potenza totale di 759 MW con 69 maxi turbine eoliche da 11 MW di capacità nominale e sarà in grado di generare 3,3 TWh/anno di energia elettrica; l’entrata in esercizio è prevista per la fine del 2023. Allo stesso tempo, la joint-venture tra Total e Macquarie’s Green Investment Group (GIG) si è aggiudicata il diritto di realizzare fino a 1,5 GW di eolico in mare al largo delle coste orientali. Senza contare gli investimenti mondiali fatti da quest’ultima in impianti fotovoltaici. Ma questi sono solo alcuni esempi di interesse per le rinnovabili che stanno mostrando i giganti del petrolio e non solo, a livello globale.
Si tratta dunque di un comparto in grande ascesa, dove gli investimenti continuano costantemente ad affluire. Vari sono perciò i fondi comuni che investono in questo ambito, come Pictet Clean Energy, la cui scelta deve essere fatta dall’investitore con la consulenza di un esperto e sempre in relazione alla propria propensione al rischio e agli obiettivi di investimento di medio-lungo periodo.
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Federica Coscia, Paolo Gambaro