E’ notizia di questi ultimi giorni che la Nuova Zelanda vorrebbe vietare le sigarette a partire dal 2027 per tutti i nati dal 2013 in poi.
Il provvedimento legislativo proposto dovrebbe essere finalizzato a tutelare i giovanissimi dal fumo e dai rischi che esso comporta. Non si tratta di una semplice preoccupazione sanitaria in un Paese dove fonti governative stimano che l’11,6% dei cittadini di età superiore ai 15 anni fumi e ogni anno 5 mila persone muoiano per malattie legate al consumo di tabacco, ma di un obiettivo ben più ambizioso: la creazione di una generazione «smoke-free» a partire dal 2027.
L’idea è quella di giungere per tappe ad una riduzione dei fumatori sotto al 5% della popolazione totale, prima tramite una forte riduzione del numero di rivenditori autorizzati, passando poi ad una riduzione del livello di nicotina nel 2025 e infine attraverso il divieto di acquisto delle sigarette da parte dei giovanissimi. Ciò naturalmente avrebbe importanti ricadute anche dal punto di vista ambientale, pur senza arrivare ad un completo divieto di vendita delle sigarette come in Bhutan.
Nel solco di questi ideali sempre più green da conquistare, c’è anche in arrivo dall’Europa il divieto di vendere o affittare casa se non avrà una certa classe energetica: la Commissione europea per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, imporrà restrizioni crescenti sulle case, siano esse da costruire, vendere, affittare o ristrutturare. Naturalmente lo strumento utile a perseguire lo scopo resterà l’Attestato di Prestazione Energetica che di fatto diventerà obbligatorio per ogni edificio, consentendo di individuare le classi meno efficienti e, quindi, destinate a non aver più lo stesso mercato di oggi.
Si tratta di misure analoghe a quelle già in vigore da tempo per le automobili: i divieti di circolazione per determinate classi di veicoli dovrebbero accelerare la transizione verso mezzi di trasporto sempre meno inquinanti per migliorare la qualità della vita e degli ambienti cittadini e ridurre l’impatto sul clima.
I prossimi anni dunque saranno fondamentali per la transizione verso una maggiore sostenibilità ambientale. E proprio in questo senso vanno i fondi ESG che si concentrano sempre di più sugli investimenti ecosostenibili, sociali ed etici. Il mercato offre diverse soluzioni, adatte anche a differenti profili di rischio. Si tratta di un ambito dove gli analisti prevedono notevoli margini di crescita e che sono aperti anche agli investitori retail. L’importante è valutare sempre la propria propensione al rischio anche con l’aiuto di un consulente esperto.
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Federica Coscia, Paolo Gambaro