Questa è la storia di un “universo parallelo” dove i super ricchi nascondono incredibili fortune in giro per il mondo.
E stiamo parlando di Primi Ministri, a cominciare da Tony Blair, di Presidenti di Stati come Cile, Kenya e Ucraina, fino ad arrivare a Sovrani come il Re di Giordania, passando dalla Regina Elisabetta II, per giungere fino al ristretto circolo dei collaboratori del più famoso ex esponente del KGB, Vladimir Putin. Ma questi sono solo alcuni dei più celebri volti coinvolti, visto che l’inchiesta giornalistica che li vede protagonisti è ben più vasta e riguarda rockstar, pornostar, mafiosi e persone che sono state condannate per crimini in tutto il mondo.
I cosiddetti “Pandora Papers” sono delle rivelazioni di una fonte interna allo studio legale Alemán, Cordero, Galindo & Lee, grazie alle quali è partita una clamorosa inchiesta di giornalismo investigativo, che vede di ora in ora allungarsi l’elenco delle personalità coinvolte così come quello delle inevitabili smentite. Sono serviti ben 24 mesi e più di 600 giornalisti – facenti parte del consorzio internazionale dei giornalisti investigativi – dipendenti di 150 testate mondiali (L’Espresso per l’Italia) per portare alla luce ben 12 milioni di documenti sui paradisi off-shore.
Si tratterebbe di un gioco di scatole cinesi dove i ricchi del pianeta nasconderebbero i loro beni e le rendite al fisco statale, facendoli confluire in società create ad hoc, così da poterne beneficiare senza risultarne titolari. Il sistema è molto complesso per evitare che si risalga facilmente all’effettiva proprietà dei beni. A studiare e porre in opera questi complessi assetti organizzativi ci sarebbero fior di professionisti, che lavorano attraverso una rete globale di trust e società di comodo con sede nei paradisi fiscali di tutto il mondo.
Questi i numeri:
– 14 società finanziarie da cui provengono i dati
– 29.000 conti off-shore
– 25 anni di transazioni e attività offshore, dal 1996 fino al 2020
– 35 fra capi di Stato, politici, star e personalità varie coinvolte
Principali paradisi fiscali: Svizzera – Singapore- Isole Vergini Britanniche – Belize e Cipro – Usa (South Dakota e Delaware, in special modo).
Tra alcuni dei vip coinvolti ci sarebbe, secondo il Daily Mail, anche David Tassillo, comproprietario del famoso sito per adulti Pornhub – colosso da 97 miliardi di dollari di fatturato annuo – il quale avrebbe società con sede nel Delaware, con conti presso l’isola Anguilla e nelle Isole Vergini Britanniche e il Re di Giordania Abdallah II, che sarebbe proprietario di residenze di lusso in California e a Londra, acquistate tramite società offshore per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro. Tutti gli interessati però negano quanto riportato dalle più famose testate giornalistiche.
Ora l’Europa si dice intenzionata ad usare il pugno di ferro con una nuova stretta sia sull’evasione che sull’elusione fiscale, per prendere di mira tutta quella rete di società di comodo al centro dell’inchiesta.
Il Commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni ha assicurato da Bruxelles che verrà presentata una proposta prima della fine dell’anno per mettere fine all’abuso di società di comodo.
Come andrà a finire?
Crediti: Photo Zoe Hodge – Pixabay
Federica Coscia, Paolo Gambaro