Il recente ingresso di Chiara Ferragni nel CdA Tod’s, su proposta di Diego della Valle, ha suscitato grande interesse da parte dei media e, soprattutto, ha determinato un bel balzo verso l’alto del titolo della celebre azienda di scarpe di moda.
Lo spunto per l’ingresso della nota blogger nella compagine consiliare è stato dato dalla legge sulla parità di genere, recentemente oggetto di intervento normativo con l’ultima legge di bilancio. Alcuni commentatori si sono soffermati sull’importanza della scelta della Ferragni come imprenditrice di successo nota in tutto il mondo. Ma la scelta è stata guidata anche da una serie di considerazioni legate all’opportunità di rilanciare il marchio presso le giovani generazioni, vista la sua notorietà proprio tra giovani e giovanissimi.
Naturalmente l’indicazione di una figura così di spicco nell’ambiente social, che sul suo profilo Instagram conta non meno di 23 milioni di followers, con un valore stimato di cinquantamila euro per singolo post, ha subito pagato sia dal punto di vista pubblicitario, visto l’eco che la notizia ha avuto, sia a livello di quotazioni azionarie, tanto che il titolo Tod’s ha avuto un rialzo del 14% in un’unica seduta. Questo balzo dell’azione che determina un aumento di 100 milioni di Euro di capitalizzazione in un solo giorno, come in altri casi, non sembra essere legato alla redditività reale dell’impresa, ma a quello che non a torto qualcuno ha già definito come “effetto Ferragni”. Molti credono che l’idea di puntare su un nome come Ferragni – di grande peso nell’ambito della moda – sia un ottimo sistema per rilanciare un’azienda che già da anni risente della crisi del settore dell’abbigliamento ed ha ricevuto un ulteriore durissimo colpo nel 2020 con l’arrivo della pandemia.
Tod’s ha dichiarato in particolare che la Ferragni si occuperà di progetti focalizzati alla solidarietà verso gli altri, in quanto risulta sempre più importante occuparsi di impegno sociale, di sostenibilità nel rispetto dell’ambiente e del dialogo con le giovani generazioni. E anche questa affermazione testimonia una volta di più quanto sia aumentata negli ultimi tempi l’attenzione rivolta ai progetti legati all’ambito ESG, sigla con cui si indica la realtà dell’ambiente, del sociale e di governance aziendale (Vedi articolo 48 del Caveau del 22 marzo 2019). Proprio l’indicazione di Ferragni nel Cda di Tod’s potrebbe servire ad intercettare parte dei capitali raccolti nel mondo dell’ESG, che secondo il BlackRock’s Global Client Sustainable Investing Survey, sondaggio ha raccolto le opinioni di 425 investitori in 27 paesi, inclusi fondi pensione, asset manager e fondazione per quasi 25 mila miliardi di dollari di attività gestite, sono destinati a raddoppiare nei prossimi cinque anni, anche grazie alla pandemia.
L’aspetto della sostenibilità degli investimenti è un tema sempre più caro agli investitori, dove spicca, col passare delle generazioni, una più ampia sensibilità sociale e ambientale. La già citata indagine di BlackRock ha sottolineato come la crescita nelle attività sostenibili sia più pronunciata in Europa, ma stia assumendo maggiore importanza anche nelle Americhe e nell’area Asia-Pacifico. Al centro delle preoccupazioni dell’88% degli investitori c’è, in particolare, il rischio climatico. Ma a fianco del clima, che resta prioritario, la maggioranza (58%) indica di prevedere una crescita dell’attenzione anche sui temi sociali come la diversità e l’inclusione e condizioni di lavoro eque, nei prossimi 3-5 anni.
Oggi è sempre più ampia l’offerta di investimenti ESG. Valutando attentamente il proprio profilo e la propensione al rischio, anche in considerazione della tipologia di investimento che si vuole effettuare, il mercato offre un’ampia gamma di possibilità, tra cui, solo a titolo esemplificativo, Pictet Human, Clean Energy e Water, Raiffaisen Azionario Sostenibile e Bilanciato Sostenibile, Schroder ISF European Sustainable Equity, Decalia Millennials e molti altri.
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Federica Coscia, Paolo Gambaro