Il Consulente Finanziario illustra come il Covid-19 modificherà la finanza favorendo un’accelerazione dei cambiamenti in atto.
“Nei 44 anni che ho trascorso nel mondo della finanza non ho mai assistito a nulla di simile. Il virus ha ucciso o fatto ammalare centinaia di migliaia di persone nel mondo. Quando usciremo da questa crisi il mondo sarà diverso. La psicologia degli investitori cambierà. Le abitudini di consumo cambieranno. Il modo di concludere affari cambierà…”
Così esordisce Larry Fink, CEO di BlackRock, la più importante società di investimento al mondo, nella lunga lettera del 31 marzo scorso indirizzata a clienti e società partecipate, tesa a rafforzare il tema principale toccato anche nelle precedenti comunicazioni inviate ad inizio anno, cioè la sostenibilità come standard di investimento.
BlackRock fondata nel 1988 da Larry Fink, in soli 32 anni è diventata il più grande gestore patrimoniale del pianeta, arrivando a 7,4 trilioni di dollari in asset gestiti alla fine del quarto trimestre 2019. Grazie alla sua influenza, alle dimensioni e alle sue attività finanziarie è stata definita da molti la “banca ombra del mondo”, un potere occulto che influenza e condiziona ormai anche gran parte della finanza europea, tanto da essere definita dalla stampa specializzata “eterea come le linee wi-fi ma sempre presente”.
E’ il più importante investitore estero su Piazza Affari, secondo azionista di Intesa SanPaolo, possiede quote del 5% di Enel, Mediobanca e Atlantia, del 6% di Fineco, oltre a partecipazioni anche in Unicredit, Eni e Telecom. Ha acquistato parte del debito pubblico italiano, in misura tenuta rigorosamente riservata sia da Banca d’Italia, sia dalla società stessa. La sua influenza è tale e tanta che Larry Fink è stato anche ricevuto dal premier Giuseppe Conte nel 2018 e prima ancora da Matteo Renzi, nel periodo in cui era Presidente del Consiglio.
BlackRock, inoltre, ha sviluppato un software chiamato Aladdin, in grado di elaborare migliaia di informazioni sensibili che riceve da banche, assicurazioni ed enti pubblici, finalizzato all’analisi del rischio dei suoi clienti istituzionali. In questa maniera fornisce “consulenza” su circa 30 mila portafogli sparsi per il mondo (anche di concorrenti come Schroders e BNP Paribas) per altri 20 trilioni di dollari.
Il grande consolidamento di BlackRock a livello mondiale, avvenuto in quest’ultimo decennio, nasce soprattutto dal boom della gestione dei fondi passivi, gli ETF (Exchange Traded Funds) che rappresentano oltre il 70% delle sue masse gestite.
Gli ETF si prefiggono lo scopo di replicare un indice azionario e/o obbligazionario.
Sono prodotti che a differenza dei fondi a gestione attiva non possono fare scelte tattiche e agire controcorrente: detengono un certo paniere di azioni o obbligazioni presenti nel benchmark, che di solito sono rappresentative delle società a più ampia capitalizzazione, cioè quelle che determinano la performance di quell’indice di riferimento.
Questa caratteristica però, amplifica notevolmente i crolli di mercato come quello che stiamo vivendo, con tutte le conseguenze negative che ne possano derivare.
Al contrario invece, i fondi che investono con criteri di sostenibilità sociale ed ambientale stanno sovraperformando, sia gli investimenti tradizionali che gli ETF a gestione passiva. Questo successe anche nella crisi del 2008 causata dai mutui subprime.
La pandemia che stiamo vivendo sta mettendo letteralmente il turbo ai cambiamenti radicali già in atto nella finanza mondiale, evidenziando in modo palese sia tutte le debolezze del mondo globalizzato sia soprattutto il valore aggiunto dei fondi a gestione attiva ispirati ai criteri ESG (per approfondire si veda Il CAVEAU n. 48 sulla finanza sostenibile).
Anche gli ultimi orientamenti di BlackRock sono chiari e seguono l’interesse che gli investitori hanno mostrato negli ultimi anni per quanto concerne gli investimenti socialmente responsabili ed ecosostenibili. La società ha annunciato di voler fare pressione su tutte le aziende in cui ha partecipazioni, soprattutto su quelle che operano nel settore del carbone e dei combustibili fossili, affinché inizino a considerare seriamente i rischi legati ai cambiamenti climatici, pena l’esclusione delle loro azioni dalla gestione dei Fondi BlackRock.
Se così fosse, quindi, si potrebbe anche determinare un’inversione di tendenza rispetto al passato ovvero una progressiva diminuzione delle gestioni passive e il grande ritorno delle gestioni attive, come sostiene il gestore del Fondo Lemanik Global Strategy, Maurizio Novelli, nella sua ultima newsletter.