Nell’attività lavorativa o nella vita privata, può accadere di commettere errori operando con bonifici online. Il Consulente Finanziario spiega come proteggersi e come tutelare il proprio denaro.

IBAN e CRO sono codici che dovrebbero essere in grado di garantire che un eventuale trasferimento di denaro avvenga in totale sicurezza. Ma è davvero così sempre? Possiamo dormire tra due guanciali dopo aver eseguito un bonifico on-line, per esempio?
Qualora sia stato riportato correttamente l’Iban del beneficiario, non ci dovrebbero essere problemi particolari.
Non altrettanto sarà nel caso in cui si verifichi un errore nell’inserimento di uno dei 27 caratteri che compongono l’IBAN.

Se una carta di credito viene clonata la tutela è pressoché immediata, in quanto esiste un sistema di assicurazione che protegge il titolare della carta stessa; nel caso in cui, invece, siamo noi a digitare o a fornire ad un operatore di sportello delle coordinate errate, non esiste una tutela specifica, in quanto la normativa non prevede che la banca sia obbligata a verificare la corrispondenza tra Iban e nome del beneficiario indicato.

Quindi, se le coordinate inserite sono completamente errate (es. il codice della banca non indica nessun istituto esistente), l’operazione non verrà eseguita, ma se disgraziatamente l’errore riguarda l’indicazione delle cifre del conto corrente (es.: conto corrente esistente, ma intestato a persona diversa dal beneficiario) il denaro finirà sul conto di un perfetto sconosciuto.

Unica chance: se ci si accorge immediatamente dell’errore fatto, al più tardi entro la fine della giornata lavorativa, si ha la possibilità di un “recall” cioè di ottenere la revoca del bonifico che è stato richiesto, contattando la banca disponente. L’estrema brevità del termine per la revoca è dovuta al fatto che, secondo la normativa vigente, le operazioni di bonifico devono essere eseguite tempestivamente, entro il giorno successivo alla richiesta.

Dopo l’esecuzione si ha invece a che fare con la controparte, ovvero il beneficiario erroneo, a cui deve essere richiesta la restituzione della somma, ricevuta indebitamente.
Infatti colui che ha percepito una somma bonificata destinata ad altri è tenuto a restituirla prima ancora che per buonsenso e correttezza, per diposizione di legge, rappresentando detta percezione un indebito oggettivo, suscettibile di dare luogo ad un’azione civile di restituzione (ripetizione di indebito art. 2033 c.c.).
Qualora poi colui che ha incassato per errore le somme decida di non restituirle, il disponente può procedere con una denuncia-querela per appropriazione indebita.
In entrambi i casi non sarà immediato il ristoro, poiché è necessario rivolgersi ad un avvocato per tutelare le proprie ragioni, instaurando procedimenti che, nel caso si abbia a che fare con controparti non proprio onestissime, non sempre assicurano il recupero completo di quanto indebitamente bonificato.

E in caso di truffa? Di recente è salita agli onori delle cronache la questione delle truffe dei bonifici on-line che ha danneggiato anche alcuni noti imprenditori delle Provincia di Novara e del VCO.
Il sistema utilizzato è denominato “Man in the Middle”, in quanto il truffatore si interpone letteralmente tra fornitore ed acquirente, grazie a un classico Virus “Troyan” (o cavallo di Troia), con cui il malfattore riesce ad intercettare e-mail che contengono fatture e a modificarne unicamente l’IBAN del beneficiario lasciando inalterato tutto il resto.

Quando tra 2 aziende esiste un rapporto di fiducia reciproca, normalmente passano circa 60 giorni o più prima che il beneficiario solleciti il cliente e che quest’ultimo si renda conto che il suo debito è stato saldato, ma i soldi sono finiti su un IBAN diverso da quello dell’azienda fornitrice.
In questo caso dal punto di vista legale la normativa vigente è chiara: se il debitore dimostra di aver operato in buona fede viene liberato dal debito e all’effettivo beneficiario del bonifico non resta altro che cercare di recuperare le somme oggetto di truffa per vie legali.
Per proteggersi quindi da queste truffe, che nel corso del 2018 hanno toccato livelli preoccupanti, basterebbe sempre ricordarsi di effettuare una telefonata al proprio creditore, con la quale si potrà confermare verbalmente le coordinate bancarie su cui effettuare il bonifico, così come indicate in un’eventuale fattura inviata via email.

Ricordiamo comunque che per arginare il problema associazioni di consumatori e di imprenditori hanno fatto espressa richiesta alle banche di reintrodurre i controlli della corrispondenza tra nome del beneficiario e IBAN che erano stati aboliti per velocizzare i tempi di esecuzione.

Infine una valida alternativa può essere la copertura assicurativa Cyber Risk che risponde ad una vasta gamma di richieste relative alla sicurezza delle informazioni, tra cui violazioni dei dati, guasti alla rete e responsabilità dei contenuti. In questo caso la questione riguarda qualsiasi impresa che gestisca informazioni sensibili la cui perdita o diffusione potrebbe causare seri danni all’attività economica e all’immagine dell’azienda, comprese problematiche sui pagamenti dovute ad attività illecite come quella sopra descritta.

Glossario:

  • IBAN: Acronimo di International Bank Account Number, in Italia è composto da 27 caratteri e identifica il nostro conto corrente tramite precise coordinate che lo rendono distinguibile anche sul piano internazionale.

È paragonabile al codice fiscale, perché così come quest’ultimo identifica univocamente un contribuente per lo Stato allo stesso modo l’IBAN consente di identificare il c/c bancario in modo univoco affinché vi si possa operare in totale sicurezza.

Esso è costituito da gruppi di lettere e numeri in questa sequenza:I primi 2 caratteri indicano il Paese (nel nostro caso IT).

I successivi due sono numeri di controllo che variano secondo un algoritmo matematico.
Il quinto è una lettera anch’essa variabile.
I 5 numeri successivi identificano l’istituto bancario di riferimento.
Gli altri 5 individuano la filiale presso la quale si trova il rapporto.
Le ultime 12 cifre comprendono il numero di conto corrente

Paolo-Gambaro-Consulente-Finanziario-IBAN

  • CRO: (acronimo di Codice Riferimento Operazione) è un insieme di undici numeri che servono ad individuare un’operazione bancaria. E’ una sorta di “scontrino” che attesta l’avvenuto trasferimento di denaro ad un determinato beneficiario e consente, successivamente, di effettuare eventuali verifiche sull’operazione eseguita.

Scarica e conserva “IL CAVEAU N° 49”.