Anni di dibattiti per risolvere la questione previdenziale, cercando di ovviare al problema della “coperta troppo corta” delle risorse disponibili, per le pensioni presenti e future, non hanno dato risultati incoraggianti, che possano consentire di rassicurare le preoccupazioni di un esercito di pensionati che si ingrossa sempre più e di giovani per i quali la pensione diventa quasi un miraggio.

Le motivazioni dell’insostenibilità del nostro sistema previdenziale sono note: bassa natalità, aumento del numero dei pensionati e relativo allungamento della speranza di vita. Ma non solo, l’Italia presenta anche alcune peculiarità rispetto agli altri Paesi: il tasso di occupazione è ancora inferiore di quasi 9 punti rispetto alla media europea, il che si traduce in un minor gettito di contributi, e ci sono un gran numero di contratti temporanei che determinano un peggioramento delle prospettive pensionistiche.

Peraltro il problema non riguarda solo gli Stati europei, ma anche gli USA. L’AARP Public Policy Institute ha rilevato, infatti, che sono ben 57 milioni i lavoratori degli Stati Uniti del settore privato che non hanno accesso alla pensione o a un piano di risparmio pensionistico presso il proprio datore di lavoro, con il 20% degli adulti che ha almeno 50 anni privo di risparmi per la propria pensione, con il rischio di finire sotto la soglia della povertà al momento del raggiungimento dell’età pensionabile.

Ecco allora che la questione del risparmio a lungo termine diventa cruciale. Questo comporta una maggiore attenzione al sistema della previdenza complementare, cioè dei fondi pensione, che anche di recente sono stati al centro dei dibattiti politici, con l’ipotesi di un rinnovo della norma sulla riapertura del semestre di silenzio assenso per destinare automaticamente il trattamento di fine rapporto (Tfr) ai fondi di categoria.

Perché ci possano essere effettivi vantaggi per il lavoratore diventa quindi importante non delegare ad altri la scelta, ma prendere una decisione consapevole fra le varie possibilità offerte dal mercato, anche perché non sempre il fondo di categoria è quello che assicura un rendimento congruo rispetto alle proprie necessità future.

Ciò posto, va specificato che i fondi pensione sono strumenti di risparmio che offrono condizioni estremamente vantaggiose. Basti pensare alla possibilità di deduzione dei contributi previdenziali entro il limite dei 5.164,57 euro annui o alle aliquote di tassazione delle prestazioni, che possono scendere fino al 9 per cento superato un certo numero di anni di adesione.

Ma non sono l’unico strumento per assicurarsi una tranquillità futura per il momento in cui ci si ritira dall’attività lavorativa: un piano di risparmio a lungo termine che tenga conto delle proprie esigenze presenti e future, dovrebbe essere sempre predisposto con l’aiuto di un Consulente di fiducia. Gli strumenti da utilizzare per combattere l’inflazione e per far fronte ad eventuali imprevisti sono molteplici: a partire dal risparmio gestito, con fondi comuni che possono essere utilizzati per fare piani di accumulo flessibili e non prevedano vincoli in caso di disinvestimento, come invece nel caso dei fondi pensione, a polizze vita che proteggano il lavoratore e i propri cari nelle più diverse situazioni, fino ad arrivare ai PIR ordinari,  destinati a chi intenda investire stabilmente una parte dei propri risparmi in azioni o obbligazioni emesse da imprese italiane traendone un beneficio fiscale.

Crediti: Photo Beasternchen da Pixabay

Federica Coscia, Paolo Gambaro

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