Le preoccupanti evoluzioni dei conflitti bellici in corso, in particolar modo la questione della guerra in Medio Oriente, rappresentano un possibile motivo di inquietudine, oltre che per le ricadute geopolitiche mondiali, anche per l’andamento dei mercati finanziari e degli investimenti.
Il PAC, abbreviazione di Piano di Accumulo del Capitale, rappresenta una soluzione per il risparmiatore che voglia conciliare la necessità di ottenere rendimento, limitando gli effetti negativi della volatilità dei mercati. Si tratta di una strategia di investimento che consente di investire una somma – anche molto contenuta – versata con una periodicità fissata (es. mensile, trimestrale, ecc.) in un determinato strumento finanziario.
L’investimento in PAC solitamente viene effettuato su fondi comuni di investimento o su ETF, che sono strumenti che replicano indici di mercato. L’obiettivo è accantonare un capitale che nel tempo possa accrescersi, per far fronte a spese ed esigenze future dell’investitore, come per esempio l’acquisto di una casa, l’università dei figli o le necessità della vecchiaia.
Il funzionamento del PAC si basa sul versamento di una determinata somma a cadenza prefissata, ad esempio 100 € mensili, per l’acquisto di quote di un certo strumento finanziario. Il numero delle quote di volta in volta acquistate dipende dal prezzo corrente delle stesse: se in un mese il prezzo è sceso, si acquisteranno più quote, al contrario se ne acquisteranno meno. Ciò consente di ridurre il rischio di mercato attraverso il “cost averaging” ossia attraverso l’ottimizzazione del prezzo medio di acquisto delle quote dello strumento.
In questo modo l’investitore può sfruttare l’interesse composto e beneficiare della crescita del capitale nel tempo, senza necessariamente disporre di grandi risorse iniziali. Inoltre il PAC riduce l’emotività generata dagli investimenti nei mercati finanziari, anche in coloro che abbiano una scarsa conoscenza dell’andamento degli stessi, proprio perché prevede un acquisto periodico su piccoli importi. Inoltre, altri vantaggi sono rappresentati dalla diversificazione derivante dall’investimento su un fondo comune, che ha in portafoglio diversi titoli e gode di varie esposizioni geografiche, oltre che dalla presenza di una gestione professionale attraverso società di gestione del risparmio (SGR) o altre entità specializzate.
L’investimento in un PAC è più flessibile rispetto a quello in un fondo pensione, sia come possibilità di scelta degli strumenti finanziari da acquistare sia come tempi e modalità di contribuzione. Per il risparmiatore è sempre possibile decidere di sospendere, interrompere o liquidare il PAC in caso di sopravvenute necessità impreviste.
Questa strategia di investimento, pur potendo dare risultati anche nel breve periodo (es. 36 mesi), è però orientata al lungo periodo, preferibilmente oltre i 5 anni, ma meglio ancora oltre i dieci, o anche per periodi molto lunghi, per dare dei rendimenti in linea con le aspettative di crescita del capitale.
Prima di investire in un PAC è essenziale valutare diversi fattori legati alle esigenze finanziarie, alla capacità di risparmio e al profilo di rischio della persona, per fissare importo, periodicità e soprattutto individuare lo strumento finanziario più adatto all’investitore. Il supporto del consulente finanziario di fiducia è essenziale per fare una scelta consapevole.
Crediti: Photo Tirelire_Avenue – Pixabay
Federica Coscia, Paolo Gambaro