Quando si pensa alle truffe online, viene quasi automatico considerare i casi legati all’e-commerce, quali i furti dei dati delle carte di credito, gli acquisti da falsi venditori, il recupero di dati sensibili tramite email di phishing.
Ed effettivamente, le percentuali suggeriscono che il 59% delle frodi in rete si verifica in questo ambito. Ma quando si analizzano i dati in dettaglio, si scopre che ben l’80% degli illeciti guadagni dei criminali informatici proviene dai raggiri perpetrati nell’ambito del trading online.
Credere che la questione riguardi solo le persone che abbiano scarsa dimestichezza con gli investimenti e col mondo della finanza in generale è erroneo, oltreché riduttivo. Bersagli delle truffe sono infatti anche professionisti e persone che hanno esperienza nel settore degli investimenti, magari attratte dalla prospettiva di sicuri e lauti guadagni. Per raggiungere lo scopo queste bande di truffatori sono altamente specializzate e dispongono di strumenti, anche sofisticati, idonei a trarre in inganno persino la persona maggiormente accorta.
Lo schema seguito è quasi sempre identico e si compone di tre distinte fasi: nella prima l’ignara vittima viene contattata telefonicamente da un soggetto, solitamente preparato e in grado di utilizzare sapientemente le argomentazioni necessarie a carpire la fiducia della persona, con la proposta di investire una somma contenuta, qualche centinaio di euro, per verificare la bontà del consiglio; nella seconda fase, mentre la vittima riceve documentazione credibile e, spesso, verifica la presenza del denaro su false piattaforme home banking, create appositamente da criminali informatici, il truffatore – assunte le vesti di un vero e proprio consulente – contatta ripetutamente l’investitore e, con tattiche di persuasione molto efficaci, lo induce a versare somme sempre più importanti su coordinate bancarie da lui fornite. Nella terza e ultima fase, quando il cliente cerca di recuperare il denaro, e in alcuni casi anche prima, il “mariuolo” si volatilizza, sparendo senza lasciare tracce nel profondo del web.
Negli ultimi tempi, le tecniche utilizzate dai pirati informatici sono sempre più evolute: oltre alla creazione di siti falsi e account di accesso a pagine che risultano all’apparenza veri e propri home-banking, si avvalgono anche dell’Intelligenza Artificiale che consente loro di creare false pubblicità da inserire nei siti internet, utilizzando anche personaggi famosi, in modo da veicolare più efficacemente il messaggio e raggiungere il maggior numero di vittime possibile.
Ma non è finita: concluse le tre fasi della truffa, se ne aggiunge spesso una quarta – una vera e propria beffa – che determina un ulteriore danno economico alla vittima, e consiste nella chiamata di un falso professionista del settore legale, che promette di recuperare la somma in sede giudiziaria, a fronte dell’anticipazione delle spese legali.
Purtroppo queste truffe sono costantemente in aumento e il lavoro per rintracciarne gli autori è tutt’altro che semplice, come sottolinea la Polizia Postale. Molto spesso, inoltre, si tratta di persone che operano su conti esteri, da cui è praticamente impossibile recuperare il maltolto. Il consiglio è, dunque, di cautelarsi e, soprattutto, evitare di farsi attrarre da promesse di facili guadagni. Ferma la possibilità di fare trading consapevolmente, il mondo degli investimenti dovrebbe essere approcciato con una visione di insieme e con l’aiuto di un professionista di fiducia che possa contribuire a realizzare una corretta pianificazione finanziaria tenendo conto delle proprie esigenze personali e familiari e della propensione al rischio di ciascuno.
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Federica Coscia, Paolo Gambaro