Il Consulente Finanziario analizza il possibile rischio di alterazione degli asset strategici a causa dell’emergenza Covid-19 e illustra il Golden Power.
In questi difficili momenti è inevitabile non ripensare alle pandemie che caratterizzarono i secoli passati e che credevamo definitivamente sconfitte col progredire delle moderne conoscenze scientifiche e tecnologiche.
Molti sono coloro che rievocano i tristi scenari, descritti nei libri di storia, della peste nera del ‘300, che – partendo dalla Cina – si diffuse in tutto il mondo occidentale allora conosciuto, causando milioni di morti e cambiando profondamente la cultura e soprattutto l’economia dell’epoca. Il crollo demografico rese disponibile ad una percentuale significativa della popolazione terreni agricoli e posti di lavoro remunerativi, con conseguente abbandono delle aree meno produttive, rinnovo delle corporazioni mediante ammissione di nuovi membri, cui prima si negava l’iscrizione. L’aumento del costo della manodopera richiese una maggiore meccanizzazione del lavoro, così che il tardo Medioevo divenne un’epoca di notevoli innovazioni tecniche. La ritrovata prosperità nei commerci comportò lo sviluppo delle scienze bancarie e delle tecniche contabili: vennero introdotte le lettere di cambio e la partita doppia, le attività creditizie conobbero un rapido impulso.
Allo stesso modo, soltanto cento anni fa, l’influenza spagnola – che invece verosimilmente si diffuse a partire dagli Stati Uniti – si abbatté come un flagello sul mondo moderno, che ancora stava combattendo la Grande Guerra, causando dai 20 ai 50 milioni di morti, a seconda delle stime che si considerano. E dal punto di vista economico le conseguenze furono importanti, sebbene poco note, tanto che alcuni studiosi dei tempi recenti hanno enfatizzato lo spostamento della ricchezza che si generò, con i redditi dei più ricchi diminuiti del 5% durante la pandemia e del 6% successivamente. Oltre a ciò, Laura Spinney ritiene che l’influenza spagnola influì consistentemente «sul corso della Prima guerra mondiale», contribuì «allo scoppio della Seconda» (per aver — come ha scritto lo storico John Barry — messo fuori gioco il presidente americano Woodrow Wilson nel 1919, in una fase delicatissima della conferenza di pace) e stimolò «la nascita dell’assistenza sanitaria universale e della medicina alternativa».
Come influirà, dunque, l’esperienza tragica di questa nuova pandemia del XXI secolo, dal punto di vista economico-finanziario? E’ prematuro fare delle previsioni a lungo termine in questo momento. Certo è che la possibile contrazione del PIL mondiale non sia da sottovalutare, come del resto le misure – che ora si stanno varando a livello internazionale – dimostrano. Ma ci si può soffermare su un singolo aspetto, per certi versi poco rassicurante, che consegue ai recenti eventi che sono causa di pesanti crolli in Borsa. Tale aspetto riguarda l’erosione della capitalizzazione degli asset strategici quotati, dopo il lunedì nero della Borsa Italiana, a seguito delle dichiarazioni di Christine Lagarde.
Il rischio più grande è che tali asset, che comprendono banche, assicurazioni, ma anche imprese operanti nei settori difesa, sicurezza nazionale, energia, trasporti e comunicazioni, siano preda di azioni speculative che possano mettere fortemente a rischio la sicurezza economica del nostro Paese.
Il Copasir ha già sottolineato più volte il rischio di scalate ostili dall’estero, non sempre ascoltato. Il principale strumento per combatterle restano i poteri speciali – disciplinati con decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21 – esercitabili dal Governo (Golden Power), tra cui la facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e opporsi all’acquisto di partecipazioni in quei settori di rilevanza strategica per l’Italia. Tale normativa tiene conto delle censure, sollevate in seno all’Unione Europea, che avevano condotto la Corte di Giustizia CE a considerare incompatibile con i principi comunitari della libera circolazione dei capitali la precedente Golden Share.
Da più parti si invoca il ricorso a una funzione di intelligence più efficace, esattamente come avviene già negli USA e in Francia, dove i sistemi di controllo per prevenire scalate ostili sono basati sui Servizi Segreti. Peraltro ciò non scoraggia minimamente la presenza di grandi investimenti provenienti dall’estero, tanto che gli States sono al primo posto al mondo con più di tre triliardi di dollari di investimenti nel 2018, secondo fonti governative.
E’ di questi giorni la dichiarazione del Premier Giuseppe Conte di voler procedere con la modifica della legislazione sul Golden Power per evitare che dall’estero approfittino dei momenti di debolezza che il nostro Paese sta attraversando. Vedremo dunque quale sarà la strada che, col tempo, l’Italia seguirà per affrontare emergenze come quella odierna.
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Glossario e note bibliografiche:
Laura Spinney
Giornalista scientifica, scrive per numerose testate tra cui il «National Geographic», «The Economist», «Nature» e «Daily Telegraph.» E’ autrice di alcune pubblicazioni, tra cui “1918 L’influenza spagnola”
Golden Share
Indica l’istituto giuridico, di origine britannica, in forza del quale uno Stato, durante e a seguito di un processo di privatizzazione (o vendita di parte del capitale) di un’impresa pubblica, si riserva poteri speciali che possono essere esercitati dal governo. Il Golden Power rappresenta un’evoluzione normativa, conforme alla legislazione europea, di tali poteri con la finalità di proteggere asset strategici per il Paese.
Copasir
Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, organo bicamerale composto da 5 senatori e 5 deputati, scelti in maniera tale da garantire comunque la rappresentanza paritaria della maggioranza e delle opposizioni, esercita il controllo parlamentare sull’operato dei servizi segreti italiani. Dal 2007 sostituisce le funzioni del COPACO (Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti). Il Comitato è presieduto da un esponente dell’opposizione. La sede del Copasir si trova a Roma, nel Palazzo San Macuto.
Decreto Cyber
Legge 18 novembre 2019, n. 133 di conversione del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105. E’ il provvedimento con cui nasce il Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, che introduce nuovi obblighi per soggetti pubblici e privati da definire con successivi Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, un Centro di valutazione e certificazione nazionale (Cvcn) con poteri anche sulle forniture di Information Technology e un rafforzamento della normativa sui poteri speciali previsti dal Golden Power, anche sul 5G.