Il Consulente Finanziario si sofferma su alcune opportunità di pianificazione successoria offerte dal testamento.
Dai dati Istat più recenti emerge che la percentuale degli italiani che dispone delle proprie volontà post mortem tramite testamento è ancora molto bassa, seppure in costante crescita nel tempo. Nel 2018, dalla periodica relazione del Ministero della Giustizia, si ricava che solo una percentuale di circa il 12% delle successioni aperte avviene tramite testamento.
La scarsa diffusione di questo importante strumento giuridico, che consente di decidere dei propri averi dopo il decesso, implica anche una minore propensione da parte degli abitanti del Belpaese per il c.d. testamento solidale. Di che cosa si tratta? Semplicemente di un lascito destinato ad associazioni benefiche o “no-profit”, impiegato per gli scopi più diversi, a seconda della scelta del testatore e dell’attività svolta dall’associazione individuata.
In Italia il 5% degli Over 50 (che sono in totale 25,5 mln di persone) ha già fatto o pensa di fare un lascito solidale. Si tratta di una percentuale in lenta e costante ascesa, tanto che nel 2016 è cresciuta del 15%. E’ anche vero però che il nostro Paese è ancora “fanalino di coda” dell’Europa in quest’ambito. Basti pensare che in Germania il lascito solidale è una realtà per un over 60 su 10 e vi sono propensi circa il 30% delle persone che non hanno figli. In Inghilterra – già nel 2013 – il 6% dei testamenti aperti includeva una quota a favore di un’organizzazione umanitaria.
Quanto a questo istituto, le perplessità maggiori riguardano il fatto che i denari versati siano poi spesi bene, evitando il rischio che si disperdano prima di arrivare a servire per gli scopi dichiarati dalle varie associazioni no-profit.
Su un diverso versante, preoccupazioni destano anche le eventuali liti che il testatore prevede possano nascere tra eredi, a fronte di una tale donazione solidale. Proprio al fine di evitare litigi e contestazioni, il consiglio sicuramente è di optare per un testamento pubblico, che viene materialmente stilato dal notaio, il quale traduce in “termini giuridici” la volontà della persona, avendo cura di rispettare le norme inderogabili presenti nel nostro ordinamento giuridico, a tutela dei legittimari.
Un altro sistema per assicurare una successione “tranquilla” è ricorrere alle polizze vita. Al momento non rientrano nell’asse ereditario e non prevedono l’applicazione di imposte di successione né dell’IRPEF. Infatti, qualora nel testamento si indichi come erede un soggetto diverso da un parente, il medesimo si vedrebbe costretto a pagare una tassa di successione con un’aliquota dell’8%, a prescindere dall’entità del lascito testamentario. Invece se quello stesso importo lo si versa in una polizza vita, indicando la persona scelta come beneficiario, quest’ultimo non dovrà corrispondere l’imposta di successione.
Per completezza ed evitare contestazioni di sorta, sarebbe più prudente menzionare le polizze in sede testamentaria, facendo verificare al Notaio la correttezza delle somme disposte rispetto ai diritti spettanti ai legittimari.
In ogni caso, anche qualora si tratti di eredità diretta, le polizze vita non sono da sottovalutare, proprio per lo sconto fiscale che il loro utilizzo ha finora assicurato. Peraltro è da lungo tempo che si discute su una possibilità di revisione della legge sull’imposta di successione, che ad oggi prevede una franchigia di un milione di euro per l’eredità diretta, anche se già da più parti e fin dal 2015 si sono avanzate proposte che prevedono un raddoppio delle aliquote e il dimezzamento della franchigia. A ciò si aggiunga che la polizza permette di percepire immediatamente il capitale senza passare dalla successione, cosa che di solito comporta il blocco di conti correnti intestati al de cuius anche per diverso tempo.
In sostanza un’adeguata pianificazione successoria, anche in sede testamentaria, con l’aiuto di un esperto, è molto importante e può essere un’opportunità di tutelare i propri eredi, contribuendo a prevenire liti e controversie talvolta di difficile soluzione.
NOTA: I NUMERI DEI TESTAMENTI IN ITALIA
Trend in crescita
Anno 1989 43.727
Anno 2002 56.778
Anno 2016 75.969
Testamenti nel 2019
Olografi 59.077
Pubblici 18.812
Segreti 80
Totale 75.969