Il Consulente Finanziario introduce Libra, la criptovaluta che Mark Zuckerberg – fondatore di Facebook – ha intenzione di emettere con l’inizio del prossimo anno. Sarà una rivoluzione nel mondo finanziario?
Facebook ha ufficialmente dichiarato al mondo che, con l’inizio del prossimo anno, emetterà una propria valuta digitale denominata “LIBRA”.
La maggior parte degli analisti sono convinti che avverrà una vera e propria rivoluzione nel mondo tecnologico, ma soprattutto in quello finanziario.
Nel frattempo però si è aperto un grande dibattito tra chi spera che la nuova criptovaluta faccia inabissare il vecchio sistema bancario e finanziario e chi invece si augura che banche centrali e governi facciano di tutto per contrastare un progetto che potrebbe portare fuori controllo la gestione del sistema valutario.
Posto il fatto che, dati gli attori, le dichiarazioni fatte e gli interessi in gioco, la rivoluzione si è messa in moto e non si può certamente fermare, cerchiamo di capire in sintesi le motivazioni che hanno portato Mark Zuckerberg – il fondatore di Facebook, ndr – a tale decisione.
Negli ambienti finanziari, già da qualche tempo circolava la voce che il fondatore del più famoso social-network del pianeta avesse l’intenzione di avvicinarsi al mondo finanziario, creando una Facebook-Bank.
Sembra che la decisione inaspettata di introdurre una nuova criptovaluta (sulla scia del successo di quelle già introdotte – vedasi IL CAVEAU n° 30) sia nata dal fatto che creare una banca è molto costoso e comporterebbe l’obbligo di sottostare a rigidissime regole internazionali che zavorrano il sistema.
Emettere una valuta digitale è molto meno costoso e non c’è il rischio di essere contrastati ferocemente dai “big” tradizionali della finanza, anche se questi ultimi rischiano comunque di vedersi erodere notevoli quote di mercato. Per assicurarsi il successo del proprio progetto, Zuckerberg ha già abilmente coinvolto una trentina di multinazionali che saranno partner attivi nella creazione di Libra: Visa, Mastercard, PayPal, Ebay, Vodafone, Uber, Spotify solo per citarne alcuni.
Ma quali sono le caratteristiche e le finalità di questa ennesima criptovaluta che sarà immessa nel mercato a partire dal prossimo anno?
Innanzitutto Libra vuole essere una Global–Coin, cioè una moneta utilizzabile in tutto il pianeta, intento facilmente realizzabile data la diffusione del Social Media su cui si basa. C’è infatti da rammentare che, anche secondo recenti studi come il Global Digital Report pubblicato ad inizio 2019, Facebook mantiene inalterato da anni il primo posto per numero di utenti attivi, tra tutte le piattaforme social disponibili.
In secondo luogo sarà indicizzata ad un paniere di valute: USD, Euro, Yen, Franco Svizzero ed altre che saranno scelte in base alla loro stabilità, in modo da limitare le fluttuazioni cui sono inevitabilmente soggette le valute non controllate attraverso la politica monetaria di Stati e Banche Centrali.
Soprattutto l’obiettivo dichiarato da Zuckerberg è quello di consentire l’accesso al sistema finanziario ai circa 1,7 miliardi di persone “unbanked” presenti oggi nel mondo, cioè tutti coloro che al momento sono sprovvisti di un conto corrente bancario o analoghi servizi.
C’è però da scommettere che il fondatore di Facebook attraverso questo sistema punti anche ad acquisire la clientela delle banche più tradizionali, offrendo loro una serie di servizi digitali di pagamento, più agili e snelli rispetto ai sistemi in uso.
La nuova criptovaluta è anche oggetto di critica, perché più di un esperto nota come un simile strumento possa sfuggire ad ogni controllo e quindi favorire l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. In seguito all’annuncio che Libra avrà sede in Svizzera, queste le parole di Paolo Bernasconi, ex procuratore di Lugano: “Libra può diventare la moneta dei delinquenti messi alle strette dalle iniziative del G20 che in dieci anni è riuscito a spingerli nell’angolo. Ed ecco che arriva Facebook e diventa il migliore complice oggettivo dei delinquenti, dimostrando l’irresponsabilità sociale dell’impresa”. Non basta, aggiunge Bernasconi: “Libra sarà un’arma formidabile anche per gli evasori fiscali, la miglior connivenza per grandi delinquenti e grandi evasori”. Queste nette prese di posizione trovano giustificazione nel fatto che Libra, non essendo emessa da una Banca Centrale, sfuggirà alle regolamentazioni cui è soggetta la valuta tradizionale.
Inoltre, essendo probabile un massiccio utilizzo a livello internazionale di questa criptovaluta, ciò potrebbe determinare la quasi impossibilità di controllare da parte delle autorità centinaia di migliaia, se non miliardi, di operazioni che saranno effettuate ogni giorno.
Nel frattempo, attendendo la rivoluzione di Libra, ci limitiamo a considerare che i numerosi crash “social” che si sono avuti negli ultimi tempi potrebbero comportare qualche problema anche nei futuri sistemi di pagamento di Facebook. Vedremo dunque come si affronteranno eventuali malfunzionamenti e soprattutto come verrà gestita la sicurezza dei dati, rispetto a cui, in tempi relativamente recenti Zuckerberg è già stato costretto a rendere conto anche di fronte al Congresso USA (cfr IL CAVEAU n. 26).
Curiosità:
- Genesi del nome Libra (Treccani):
- Anticamente Bilancia, in senso proprio e figurato (come simbolo cioè della giustizia). In astronomia, nome di una costellazione dello zodiaco (detta anche Bilancia), posta tra lo Scorpione e la Vergine, così chiamata perché nelle due stelle principali si vedevano rappresentati i piatti di una bilancia.
- Variante fonetica e grafica di libbra, unità di massa e peso e moneta, corrispondente a 327,45 grammi, di cui un sottomultiplo rilevante è l’oncia, pari a 1/12 della libra.
- La libbra, come unità di massa di metalli preziosi, è stata spesso usata come unità monetaria. Ne deriva, infatti, anche il nome di Lira italiana, che è stata l’unità monetaria del nostro Paese, adottata ufficialmente nel 1862 e sostituita dall’Euro dal 1° gennaio 2002.