Il Consulente Finanziario illustra il cosiddetto “Helicopter Money”, per indicare una strategia di politica monetaria potenzialmente atta a far ripartire e sviluppare l’economia.
«Supponiamo che un giorno un elicottero sorvoli una comunità e lanci 1.000 dollari dal cielo. Ovviamente, verrebbero frettolosamente raccolti dai membri della comunità stessa. Supponiamo inoltre che tutti siano convinti che questo sia un evento unico che non sarà più ripetuto»
(M. Friedman, “The Optimum Quantity of Money”, 1969)
A seguito di un discorso ufficiale del Premier Conte, nel quale si è fatto cenno al cosiddetto “Helicopter Money”, l’argomento è stato ripreso sulla prima pagina de “Il Sole 24 Ore” di sabato 19 Gennaio da Donato Masciandro, che in un interessante articolo ha evidenziato le caratteristiche e peculiarità di questa strategia di politica monetaria.
In effetti sia in Italia che nel resto del mondo, alla vigilia di nuove potenziali e pesanti crisi finanziarie, evocate anche da alcuni illustri economisti, si è aperto uno stimolante dibattito intorno all’ipotesi di fare ricorso a questo insolito strumento di politica monetaria.
Semplificando si può senz’altro affermare che “l’Elicottero monetario” è spesso tirato in ballo dai Governi quando non sanno più cosa inventarsi per stimolare i consumi.
La politica monetaria, che dipende dalle banche centrali, si gioca sul fatto che le medesime siano in grado di calibrare in maniera corretta i tassi di interesse.
Infatti, quando i tassi sono troppo alti rischiano di bloccare l’economia, ma se sono troppo bassi per lungo tempo possono danneggiare la redditività delle banche e rischiano di causare “bolle finanziarie” (se gli interessi sono bassi ovunque, per avere un qualche tipo di guadagno dovrò fare investimenti sempre più rischiosi).
A volte però la manipolazione dei tassi di interesse non è sufficiente a far ripartire l’economia di un paese: è quello che è accaduto negli ultimi anni in diversi paesi del mondo. In questi casi le banche centrali devono ricorrere ad altre misure, come, per esempio, comprare direttamente dalle banche titoli finanziari pubblici o privati (Quantitative Easing, vedi «IL CAVEAU» n° 02). L’obiettivo è trasferire direttamente denaro alle banche, nella speranza che queste lo prestino ai privati cittadini e alle imprese, stimolando così la crescita dell’economia. Ma è esattamente ciò che non è accaduto negli ultimi anni, in quanto le banche non hanno immesso la liquidità ricevuta nell’economia reale.
In altre parole, nell’ultimo decennio una serie di misure di politica monetaria come i “Quantitative Easing” e i tassi di interesse negativi, che fino a pochi anni fa erano considerati poco più che casi di letteratura accademica, hanno cominciato a manifestarsi nell’economia reale. Con l’obiettivo di riprendersi da una fase di grave recessione mondiale, infatti, le principali banche centrali del mondo hanno fatto ricorso a politiche non ortodosse e persino la BCE, ha adottato un piano di acquisto di Titoli di Stato per aumentare l’immissione di moneta nel sistema, sulla scia di quanto già fatto in maniera ben più massiccia dalle banche centrali di Giappone, Stati Uniti e Regno Unito. Ma – come noto – tali misure hanno centrato solo in parte l’obiettivo di stimolo dell’economia perseguito dalle banche centrali.
E quindi quali soluzioni restano per far ripartire l’economia? L’Helicopter Money è una fra queste? In che cosa consisterebbe?
Una modalità di attuazione dell’Helicopter Money è distribuire denaro direttamente ai singoli governi – senza bisogno di gettarlo dagli elicotteri – per ottenere che gli stati taglino le tasse. Come le banche, però, non è detto che i governi facciano esattamente quello che viene loro richiesto: ad esempio potrebbero spendere il denaro in opere inutili o per finanziare le loro clientele. Un’altra soluzione, ancora più diretta è semplice, è accreditare i soldi direttamente sul conto corrente dei privati cittadini.
Come osservava tempo fa il Prof. Andrea Monticini, docente di Scienze Bancarie all’Università Cattolica di Milano, si potrebbe ipotizzare, in una versione elementare dell’Helicopter Money, che ogni primo giorno del mese, tutti i cittadini ricevano un bonifico sul proprio conto corrente, disposto dalla Banca centrale europea, per un elevato ammontare di Euro. Si tratterebbe, dunque, di erogare un sussidio per indurre le persone a comprare più beni, senza l’intermediazione delle banche, al fine di stimolare la crescita dei consumi.
A prendere in considerazione questa tesi non sono pochi eccentrici dalle idee originali. Ne hanno parlato i commentatori dei principali giornali finanziari, come il “Wall Street Journal” e il “Financial Times”; ne ha parlato l’ex governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke e persino Mario Draghi, governatore della BCE, ha definito l’opzione Helicopter Money «Un’idea molto interessante», anche se – ha aggiunto – non ha ancora iniziato a studiare una sua possibile applicazione.
In Giappone, ad esempio, nell’Agosto del 2016 era stata varata su proposta del primo ministro Shinzo Abe una legge che approvò, oltre ad un’ulteriore espansione della moneta attraverso gli acquisti della Bank of Japan, una vera e propria distribuzione di denaro ad alcune categorie di cittadini giapponesi (per la precisione coloro che nell’anno precedente avevano dichiarato un reddito inferiore a un milione di Yen). L’erogazione di tale somma, pari all’equivalente di 123 euro, era finalizzata a consentire nell’immediato un incremento dei consumi. Ma, a quanto risulta, l’operazione ha avuto solo parzialmente il risultato sperato.
Infatti anche i privati cittadini, in caso di distribuzione diretta di denaro, potrebbero decidere di risparmiare, piuttosto che spendere, la somma percepita per paura del futuro.
Questo avvalorerebbe la tesi della stragrande maggioranza degli economisti, secondo la quale l’unica speranza per rilanciare la domanda interna è sempre quella di puntare sulle grandi infrastrutture. Difficile dire quale sia la strategia giusta per ridare slancio all’economia: per il momento dobbiamo attendere le decisioni di governi e banche centrali per capire quale strada si cercherà di percorrere nei prossimi anni per evitare la recessione.