Il Consulente Finanziario approfondisce le sfide globali legate alla disponibilità e all’utilizzo dell’acqua e l’interesse che questo bene primario sta suscitando, anche nel mondo finanziario.
L’acqua è indispensabile per la continuità della vita sulla terra e la sua domanda a livello mondiale sta registrando un sensibile incremento.
Contrariamente a quanto si possa immaginare, solamente il 10% di questa fondamentale risorsa viene utilizzata per uso domestico: la rimanente domanda proviene dal suo utilizzo in agricoltura e nell’industria.
Per la precisione è l’agricoltura mondiale a fare la parte del leone, visto che si “divora” il 70% dell’acqua proveniente da fiumi, laghi e falde acquifere. Il dato preoccupante è che ben il 90% di questa percentuale viene utilizzata nei Paesi in via di sviluppo (Cina, India, Pakistan), che stanno ancora sfruttando tecniche obsolete di irrigazione, servendosi perlopiù di manodopera a bassissimo costo, con conseguenti enormi dispersioni del prezioso “oro blu”. Pertanto, la situazione attuale fa sì che per produrre un chilo di riso siano necessari circa 2.500 litri di acqua.
Nel settore industriale sono stati fatti, invece, molti passi avanti ed i progressi tecnologici permettono ora notevoli risparmi. Ad esempio, negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, per produrre una tonnellata di acciaio erano necessarie 80 tonnellate di acqua; oggi ne sono sufficienti meno della metà (solo 10 tonnellate) e per produrre la stessa quantità di alluminio, spesso utilizzato come suo sostituto.
L’altro grande problema legato all’acqua è quello dello smaltimento dei rifiuti.
In Cina ormai la situazione è drammatica, in quanto il Ministero del Territorio e delle Risorse cinese ha dovuto ammettere che circa il 60% delle riserve idriche sotterranee ed un terzo di quelle esterne “non sono più idonee al contatto con l’uomo”, a causa di una scellerata politica di sviluppo industriale, incurante delle conseguenze causate da uno smaltimento inadeguato dei rifiuti di produzione.
Dulcis in fundo la popolazione mondiale sembra registrare una crescita inarrestabile, con conseguente ampliamento delle aree urbane e suburbane.
Secondo previsioni attendibilissime, tra circa 40 anni il 70% della popolazione mondiale vivrà accentrata in gigantesche aree metropolitane. Questo porterà ad aumentare notevolmente lo stoccaggio di acqua potabile in questi territori, rendendo necessari imponenti lavori per ottimizzare ed ampliare le reti fognarie esistenti.
La grande sfida globale legata a questo bene primario ed indispensabile alla nostra esistenza sta suscitando un notevole interesse anche da parte del mondo finanziario, in special modo verso quelle società che si stanno occupando di migliorare la situazione attuale. Da alcuni anni, infatti, molte società di gestione hanno creato dei comparti di investimento che identificano quelle società che saranno in grado di risolvere i grandi temi legati all’acqua ed al suo utilizzo, vale a dire:
- Creazione infrastrutture idriche legate all’espansione delle aree metropolitane;
- Implementazione tecnologie in grado di evitare sprechi d’acqua nell’agricoltura;
- Smaltimento rifiuti in ottica di preservazione della purezza delle fonti di approvvigionamento delle acque.
Gli antesignani di questo settore sono i gestori di Pictet – nota banca ginevrina nata nel 1804 – che già a partire dall’anno 2000 si sono interessati a questa strategia di investimento, creando il fondo “Pictet Water”, che negli anni ha dato ottimi risultati, battendo l’indice mondiale MSCI WORLD Value, utilizzato come metro di misura per i fondi azionari globali.
Dal 1° febbraio 2000 il rendimento medio di “Pictet Water” è stato del 7,12% annuo, contro il 3,95% dell’MSCI WORLD Value. Per essere chiari: investendo 100.000,00 Euro, il capitale finale sarebbe stato di 340.000,00 Euro, contro i 200.000,00 Euro finali di un rendimento legato all’MSCI WORLD Value.
Altro prodotto molto interessante è il fondo azionario “Parvest Acqua” del gruppo BNP Paribas, uno dei più solidi gruppi bancari del mondo. Anche questo fondo sta investendo in società che stanno concentrando il loro business su tecnologie legate alla depurazione, alla riduzione dei consumi, alla manutenzione e ristrutturazione di reti di distribuzione idriche ed al trattamento delle acque reflue. Il mix delle società, le cui azioni sono detenute dal fondo, riflette un giusto equilibrio tra realtà altamente innovative con grandi potenzialità di crescita e società consolidate, come Veolia American Waters e Suez SA.
Questi dati statistici di rendimenti passati e le ottime prospettive per il futuro del settore “acqua” non devono invogliare l’investitore a concentrare il proprio portafoglio esclusivamente su tali fondi. Ricordiamoci sempre del beneficio della diversificazione e della sua importanza per la tutela degli investimenti effettuati.
Questi prodotti, portati qui a solo titolo di esempio – e rispetto ai quali non vi è nel presente articolo alcun intento pubblicitario – potrebbero essere considerati eventualmente come “ciliegina sulla torta” di un portafoglio core ben costruito e diversificato, che risponda alle esigenze del cliente rispettando la sua propensione al rischio ed i relativi orizzonti temporali.