Esiste una bolla finanziaria legata al mercato della vendita delle automobili e rischia di “scoppiare”. L’interpretazione del Consulente Finanziario sulla situazione americana, e non solo.
Da qualche tempo a questa parte, e non solo sulla stampa specializzata, riscontro un notevole aumento di articoli che mettono in guardia sul possibile scoppio di nuove “bolle”, simili a quelle legate ai mutui subprime del 2008 e che furono la causa scatenante della peggiore crisi finanziaria globale dal dopoguerra.
Insomma, non innocue “bolle blu” come cantava Mina nel lontano 1961, ma preoccupanti bolle che potrebbero – senza minare nuovamente la stabilità del sistema finanziario globale, come successe nel 2008 – certamente innescare una nuova recessione globale.
Una delle bolle più allarmanti – ma che piace tanto a Marchionne & C. – riguarda il mercato della vendita di automobili.
Come da manuale, tutto è partito dagli Stati Uniti i quali, per uscire dalla crisi, hanno creato una ripresa alimentata in gran parte da nuovi debiti.
Il warning più autorevole arriva da James Dimon, CEO della banca statunitense JP Morgan, personaggio che figura al 19° posto nella classifica delle 100 persone più influenti al mondo, stilata dalla rivista “Time”. James Dimon, pur precisando sul quotidiano “The Wall Street Journal” che i prestiti legati alla vendita di auto sono solo un decimo dei mutui immobiliari che scatenarono la grande crisi, dichiara che la situazione sta diventando pesante e che il rischio di default di alcune banche, troppo esposte al mercato delle quattroruote, stia prendendo corpo.
Con la facilità di accesso al credito, resa possibile dall’enorme liquidità immessa sul mercato dalla Federal Reserve con l’obiettivo di incrementare i consumi, si è venuta a creare una situazione molto simile a quella dei mutui ipotecari: concessione di prestiti anche a clienti non affidabili (subprime); estensione della durata media di tali finanziamenti per spalmare su più rate il debito (con punte fino a 72 rate ed un livello record del prezzo medio per auto che ha toccato i 28.700 dollari circa!); alterazione dei dati reddituali del cliente da parte degli agenti delle concessionarie, per abbellire e migliorare il merito creditizio finalizzato all’ottenimento del prestito.
I rivenditori di auto stanno vendendo mezzi anche a clienti la cui solvibilità è inconsistente. Sulla testa di ogni automobilista americano ora penzola un debito di circa 6.500 euro: 1.100 miliardi di dollari!
Il problema attuale diventa quindi che i clienti subprime cominciano a non essere più in grado di sostenere il pagamento delle rate residue ed il valore dei mezzi resi per rate non pagate è nettamente inferiore a quello stimato nell’iniziale contratto di locazione. Le società finanziarie hanno i capannoni pieni di automobili usate, da vendere sottocosto con notevoli perdite.
Tirando le somme, la crescita del mercato automobilistico dell’ultimo quinquennio coincide con la mole dei leasing / prestiti stipulati e questa crescita ha sostenuto buona parte dell’aumento del PIL Americano.
Una ripresa economica sostenuta quasi totalmente da debito!
I dati in sintesi:
• Ammontare totale del debito per l’acquisto di automobili: 1.150 miliardi di USD (la metà del debito pubblico italiano)
• 17,5 milioni di automobili vendute nel 2016 (in Italia 1,8 milioni)
• Rata media mensile: 488 USD (record assoluto)
• Durata media finanziamento: 67 mesi (record assoluto)
• Ammontare medio del finanziamento: 28.700 USD (record assoluto)